ecobonus 110% slitta
ecobonus 110% slitta

Il Super Ecobonus slitta: mancano ancora i provvedimenti attuativi



Ristrutturare casa non è mai stato così conveniente. Il motivo? Con l’ormai famoso Decreto Rilancio il Governo ha approvato anche l’altrettanto famigerato Ecobonus al 110%. Un bonus, come dice il nome stesso, che concede agli italiani la possibilità di effettuare una serie di lavori in casa praticamente gratis, sfruttando il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura. Con un’importante precisazione: i suddetti lavori devono tendere al miglioramento energetico dell’immobile o a una riduzione del rischio sismico. Ma, c’è un ma. Anzi, un grosso ma. Sì, perché così com’era stato presentato in maggio il Super Ecobonus doveva essere valido da oggi, mercoledì 1 luglio 2020, al 31 dicembre 2022. Peccato, però, che il decreto sia ancora in attesa di conversione in legge del Parlamento e che manchino i provvedimenti attuativi chiave per far partire la misura, oltre alla circolare dell’Agenzia delle Entrate.

Secondo le ultime notizie, la ragione dello slittamento sarebbe da attribuirsi ad alcune modifiche attualmente al vaglio del Governo. Un rallentamento che preoccupa, e non poco, gli operatori del settore. Se le banche, nuovo destinatario chiave per la cessione diretta del credito da parte dei proprietari di immobili, avranno più tempo per mettere a punto strumenti ad hoc per questo tipo di finanziamento sui generis, a soffrire di più nel breve saranno paradossalmente il comparto impiantistico ed edilizio, cioè due dei destinatari fondamentali delle misure di rilancio previste dal Decreto. Il motivo? La misura, dal momento del suo annuncio, ha praticamente congelato il mercato e, realisticamente, si può pensare a un avvio effettivo degli sconti solo dal mese di settembre.

Vediamo quindi cosa prevede la norma. O meglio, cosa prevede ad oggi.
Innanzitutto va detto che la detrazione si applica su prime e seconde case (inclusi i condomini, ma ad eccezione di quelle di lusso) e va ripartita in cinque quote annuali di pari importo.
Ecco quali sono le tipologie di lavori incluse nel provvedimento:

  • cappotto termico: deve interessare più del 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio, per una soglia massima di 60.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari dell’edificio. I materiali isolanti utilizzati dovranno rispettare i requisiti previsti dal Decreto Ambiente dell’ottobre 2017;
  • interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A, a pompa di calore. Il tetto massimo di spesa è 30.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio ed è riconosciuta anche per i costi relativi allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito;
  • interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, inclusi gli impianti ibridi o geotermici. La spesa massima è di 30.000 euro ed è riconosciuta anche per i costi relativi allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito.

Non è tutto qui però. Sì, perché questi sono gli interventi cosiddetti trainanti, cioè uno solo di questi basta a portare al 110% lo sgravio e a spalancare le porte ad altri:

  • montaggio di pannelli solari;
  • montaggio di accumulatori di energia collegati ai pannelli solari;
  • interventi previsti dal vecchio Ecobonus;
  • realizzazione delle colonnine per caricare le batterie delle auto elettriche.

Tuttavia attenzione, perché per poter usufruire del super bonus ci sono dei vincoli: le opere devono necessariamente garantire il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio (da dimostrare con l’attestato di prestazione energetica).
Come anticipato, poi, lo sconto può essere fruito in dichiarazione dei redditi in cinque rate annuali di pari importo. Esiste però anche l’alternativa di accedere alla cessione del credito o a uno sconto in fattura da parte dei fornitori (i quali, a loro volta, potranno cedere il credito alle banche o intermediari finanziari).
Suggerimento utile: prima di imbarcarsi in qualsiasi tipo di cantiere, è consigliato richiedere un’accurata valutazione della tipologia di intervento, affidandosi a un tecnico qualificato e a un commercialista (per le rispettive convenienze in termini di operatività e risparmio).