In discussione al MISE le alternative all’Ecobonus



Da qualche tempo in Senato si discute molto delle difficoltà economiche e finanziarie causate dallo sconto in fattura. Queste, infatti, si rivelerebbero un ostacolo alla concorrenza. Ora il Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli ha finalmente iniziato il confronto con le associazioni imprenditoriali per la modifica della legge che consente uno sconto in fattura al posto dell’Ecobonus.

Com’è cominciata la discussione sull’Ecobonus?

I fuochi si sono accesi circa un mese fa, quando le associazioni imprenditoriali hanno evidenziato gli aspetti negativi del Decreto Crescita. Quest’ultimo, infatti, ha introdotto la facoltà per le imprese che eseguono interventi di efficienza energetica di cedere il credito d’imposta ai propri fornitori, facendo rimanere invariati i rischi per le piccole imprese. Secondo le associazioni, appunto, il decreto agevolerebbe solo le grandi imprese, le catene e le multiutility che possiedono i requisiti economici per sostenere i cambiamenti apportati. Per questo, il senatore Alan Ferrari ha chiesto al ministro Patuanelli se volesse intavolare un confronto con queste associazioni di categoria. Il ministro ha risposto spiegando che l’obiettivo del decreto Crescita fosse quello di potenziare gli interventi di riqualificazione. I benefici, tuttavia, si sono visti solo per le grandi imprese, producendo un effetto negativo per quelle piccole attività artigianali e non, che hanno problemi fiscali e di liquidità. Al contrario, i grandi gruppi riescono a praticare prezzi più competitivi, oscurando e danneggiando il lavoro delle piccole imprese. Così, Patanelli ha assentito, evidenziando l’esigenza di modificare il testo di legge attraverso un percorso parlamentare e ha annunciato la creazione di un tavolo di confronto per arrivare ad un accordo.

Cosa comporta esattamente lo sconto alternativo all’Ecobonus?

In pratica, per incentivare i privati a effettuare lavori di riqualificazione energetica e messe in sicurezza antisismica, il decreto Crescita ha introdotto uno sconto da parte dell’impresa che fa i lavori. Il credito della detrazione può essere utilizzato dall’impresa o ceduto ai fornitori. Tuttavia, tra le figure a cui questo può essere ceduto non figurano le banche. I privati ne trarrebbero sicuramente un grande vantaggio, ma ciò va a discapito delle piccole imprese, che per effettuare lo sconto dovrebbero fare degli sforzi immani. La maggior parte delle imprese edili italiane sono infatti piccole o medie aziende famigliari che non dispongono di una liquidità adeguata e che quindi non sarebbero in grado di praticare lo sconto. È per questo che sono cominciati dei forti movimenti di protesta, sia da parte delle associazioni che dalla parte di queste piccole imprese, per fare in modo che venga modificato il disegno di legge.

Così, nella Commissione Attività produttive della Camera per l’audizione sull’adeguamento della SEN al Piano Nazionale Energia e Clima, la FINCO ne ha proposto l’abrogazione o comunque che venga limitato ai lavori più dispendiosi; anche questa ha infatti evidenziato l’impatto critico della norma su numerosissime piccole imprese. Ciò è dovuto, secondo la FINCO, a un’analisi di impatto della regolamentazione non appropriata.

L’inizio del confronto sull’Ecobonus

Ad ottobre si è tenuta la prima riunione di confronto tra il Ministero dello Sviluppo Economico e le associazioni imprenditoriali. Nel corso dell’incontro, Daniel de Vito, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro, ha nuovamente sottolineato che la misura dello sconto in fattura non è stata calcolata in modo adeguato. Nonostante l’idea di partenza fosse positiva e volta a creare dei benefici per tutti, si è rivelata una possibile causa di dissesto finanziario per le piccole imprese. Nel corso della riunione sono intervenute svariate associazioni di categoria, tra cui Confcommercio, Assites, Anfit, Confartigianato e Casartigiani. Tutte hanno richiesto l’immediata abrogazione dell’articolo 10 del Decreto Crescita. De Vito ha risposto, proponendo alle associazioni di formulare delle soluzioni alternative. La riunione si è conclusa alla fine con una netta disparità di opinioni. Non esistono posizioni intermedie. C’è chi è nettamente favorevole allo sconto e chi è fortemente in disaccordo e finora non sono ancora state formulate delle proposte alternative. Tuttavia, il ministro Patuanelli ha annunciato che lo sconto immediato verrà modificato attraverso la legge di bilancio per il 2020.