Com’è immaginabile, l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus sta impattando sull’andamento del mercato immobiliare non solo in Italia, ma più in generale a livello mondiale. Dando il là a una serie di dinamiche, con relativi scenari annessi, abbastanza multiformi.
A prescindere però dai trend del comparto in ogni Paese (europeo e non solo), una cosa rimane certa: il settore del Real Estate sta svolgendo, e continuerà a farlo, un ruolo centrale nella ripresa socio-economica globale.
Prima di analizzare i contesti più significativi, bisogna sottolineare altresì che le previsioni a medio e lungo periodo non sono così nette e si rimane alla finestra soprattutto per quanto riguarda l’andamento dei prezzi. È un dato di fatto: i valori degli immobili, di solito, si muovono in ritardo rispetto ai volumi delle transazioni. E ad oggi, con ogni probabilità, è troppo presto per valutare gli effetti “definitivi” di quello che stiamo vivendo. Di sicuro l’incremento dei tassi di disoccupazione e il probabile termine delle misure di stimolo potrebbero avere conseguenze sui prezzi, sebbene risulti improbabile una riduzione sostanziale. Insomma, se la situazione sarà poco nitida un po’ dappertutto sul fronte in particolare del residenziale, certo è che a salvarsi saranno gli asset industriali e logistici.
Scendendo più nel dettaglio, vediamo insieme la situazione in Europa. In Spagna l’offerta degli immobili in affitto (di qualsiasi metratura) è cresciuta a livello esponenziale e in alcuni casi i contratti di locazione fanno riferimento a specifiche condizioni legate al Covid.
In Germania la diffusione del virus, invece, non ha bloccato la crescita dei prezzi delle case, che hanno registrato un +5,2% su base annua.
Stessa dinamica, ma con percentuali inferiori, nel Regno Unito, dove i valori hanno segnato +2% circa. Qui i numeri non smettono di crescere anche grazie a una domanda che ha continuato a “espandersi” durante il lockdown. Merito anche dell’abolizione dell’imposta di registro per gli immobili sotto le 500.000 sterline.
Sempre nel Regno Unito si è poi diffusa una nuova tendenza: quella delle case di lusso in campagna. Una vera e propria sorpresa se si considera che, un anno fa, gli alti costi di mantenimento, le tasse elevate e la crescente preoccupazione legata alla Brexit avevano fatto perdere attrattività a questo tipo di soluzione.
Se ci spostiamo a Dubai, meta d’investimento per tanti europei, la situazione è ancora diversa. Nella perla degli Emirati Arabi i prezzi degli immobili residenziali avevano toccato il culmine nel 2014 per poi calare un po’ per volta. Con lo scoppio della pandemia il mercato ha comunque retto: negli ultimi mesi i valori sono calati solo del 6%. D’altro canto, reggono – e alla grande – le transazioni immobiliari, che hanno raggiunto numeri record. Se si volessero ricercare le cause di questo exploit, ne potremmo citare di sicuro almeno tre. Prima: come abbiamo appena detto, i prezzi degli immobili sono davvero vantaggiosi. Seconda: le proposte di pagamento sono sempre più dilazionate (anche se rischiano di determinare qualche problema di flusso di cassa). Terza: le alte rendite garantite (8-10% ma con reali rendimenti da locazione indicati mediamente nel 5%).
Approfondimento a cura di
Francesco Megna
Referente commerciale Banca
Dopo venticinque anni nei panni di Direttore di filiale in Istituti di Credito di medie dimensioni, da due anni lavora come referente commerciale.