Proposta "semplificazioni" IMU e TASI, le novità



Il governo ha proposto un pacchetto semplificazioni che ora sarà al vaglio del Senato dopo il via libera della Camera. In questo sono contenute importanti novità soprattutto in materia di IMU e TASI, nonché tutte le scadenze e gli altri adempimenti. Il Ddl è stato approvato con 265 voti favorevoli e nessun contrario, una volta passato anche l’esame finale diventerà legge.

La proposta è nata per semplificare, soprattutto da un punto di vista burocratico, gli adempimenti dei cittadini. In essa sono contenuti ben trenta articoli. I punti più rilevanti ineriscono:

  • fissazione di una data annuale per lo spesometro
  • variazione per la scadenza relativa alla dichiarazione dei redditi e Irap, da ottobre a novembre
  • compensazione obbligatoria all’Agenzia delle Entrate
  • semplificazione dei modelli per la fiscalità
  • sconti del 25% applicato ai prodotti con oggetti riciclati
  • rimborso dei tributi comunali per tutte le botteghe che riaprono in città poco popolose (sotto i 20mila abitanti)
  • mancata richiesta ai cittadini di documentazione già presentata e reperibile presso l’anagrafe tributaria
  • quindici giorni per l’emissione di una fattura elettronica dal pagamento
  • eliminazione di almeno una comunicazione sulla liquidazione IVA
  • canale preferenziale di pagamento per tutte le imprese in regola

IMU e TASI la novità più importante nel nuovo decreto

Una delle novità più importanti riguarda proprio la dichiarazione dell’IMU e della TASI. In particolare è stato proposto lo slittamento della scadenza per la presentazione. Si passa infatti dal 30 giugno al 31 dicembre.

La situazione cambia anche per gli immobili merce per cui è stata disposta una riduzione dell’aliquota. Nello specifico a partire dal 1° gennaio 2022 i fabbricati destinati alla vendita sono esentati. Un cambiamento importante che riguarda non solo il livello patrimoniale ma anche le tempistiche con un allungamento notevole, poiché si parla di sei mesi in più.

Un decreto legge che arriva dopo ben tre anni di blocchi per le aliquote e soprattutto dopo che nel 2018 si era parlato di aumenti. La semplificazione riguarda anche la fusione di IMU e TASI. Questa opzione però sarà al vaglio della commissione Finanze. Il possibile assorbimento della Tasi nell’Imu escluderebbe dai prelievi immobiliari i locatari degli immobili, gravando unicamente sui proprietari. Nel caso in cui un soggetto sia in possesso di un negozio locato, oggi la Tasi viene divisa tra proprietario e affittuario secondo le quote determinate dal comune in cui è ubicato. Qualora la legge diventi realtà si otterrà un brusco cambiamento in quanto l’onere sarebbe a carico del possessore. Questa situazione potrebbe divenire ancora più gravosa per le aziende che devono fronteggiare dei costi ben differenti. L’operazione però consentirebbe ai comuni di recuperare il gettito. Nello specifico si verificherà quanto segue: il proprietario paga la Tasi per una quota e l’inquilino viene esentato da tutto se l’abitazione è la sua dimora nonché residenza. L’Imu sará comunque versata dal proprietario di casa. In questo modo si dovrebbe ridurre l’evasione soprattutto per tutti quegli immobili che sono locati o in comodato.
L’operazione ha una doppia faccia: da un lato è positiva per i contribuenti perché consentirà il pagamento di una sola quota, dall’altra permetterà una semplificazione netta in termini di burocrazia.